19 DICEMBRE QUARTO GIORNO DELLA NOVENA!

 

IL SILENZIO DI ZACCARIA

Lc 1, 67-79, In quel tempo, Zaccaria, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: «Benedetto il Signore, Dio d’Israele, perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo, come aveva detto per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo: salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza nella remissione dei suoi peccati. Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio, ci visiterà un sole che sorge dall’alto, per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte, e dirigere i nostri passi sulla via della pace».

          Zaccaria ed Elisabetta «erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore» (Lc 1, 6). L’Antico Testamento sta arrivando alla sua pienezza. Il Messia è sul punto di arrivare e la Chiesa ci propone di tenere in considerazione la fede di questa coppia di coniugi. San Josemaría dialogava spesso con i personaggi del Vangelo che stettero vicini a Gesù: «Questa mattina ho cominciato affidando tutto a santa Elisabetta e poi sono passato al dialogo con suo figlio Giovanni e con Zaccaria; quindi, con la Madonna, con san Giuseppe e con Gesù; parlando con il Signore capita come nelle amicizie umane: il cerchio delle conoscenze si allarga ai suoi amici»[Javier Echevarría, Memoria del Beato Josemaría Escrivá, Leonardo International, Milano 2000, p. 250.].

             Vogliamo prepararci alla imminente venuta del Salvatore imparando dal Vangelo a confidare in Dio.  Forse il padre del Battista aveva paura di non essere all’altezza e dubita. Nel silenzio impara e comprende meglio l'azione di Dio.
         Quando si vuole amare e lasciarsi amare, occorre evitare di dire all’altro come deve fare le cose. L’amore lascia libera la persona amata di esprimersi come vuole. Non le detta né esige da lei determinate maniere di manifestare l’affetto. Analogamente, qualcosa del genere avviene nel nostro rapporto con Dio: é saggio lasciarci sorprendere dal Signore. La grazia non è predeterminabile, ma è libera e creativa. Zaccaria ha potuto verificare quanto sia meravigliosa l’iniziativa divina.

             Nel preparare il nostro cuore all’arrivo del Bambino Gesù, possiamo chiedere a questo santo uomo la sua fede, il suo entusiasmo e la sua pazienza. Fede nel chiedere per anni un miracolo che alla fine accadde quando non aveva più speranze; entusiasmo per sognare intorno al Messia e alla salvezza che avrebbe portato in Israele; e pazienza con se stesso mentre impara a cercare in Dio la sicurezza. 

           L’amore comporta sempre un rischio, perché non è possibile dargli certezze; dipende dalla volontà di chi ci ama. Perciò chiediamo a Zaccaria di aiutarci nei momenti di preoccupazione, quando possiamo fidarci soltanto di Dio. È lui la nostra sicurezza. Santa Teresa lo testimoniava con una frase breve, ma sicura: «Fidati della sua bontà, che mai è venuta meno ai suoi amici».

           «Tante volte nel Vangelo ascoltiamo questo avvertimento non temete: sembra il ritornello di Dio in cerca dell’uomo. Perché l’uomo, fin dalle origini, a causa del peccato, ha paura di Dio: “ho avuto paura e mi sono nascosto” (Gen 3,10), dice Adamo dopo il peccato. 

           Betlemme è il rimedio alla paura, perché nonostante i “no” dell’uomo, Dio dice per sempre “sì”: per sempre sarà Dio-con-noi. E perché la sua presenza non incuta timore, si fa tenero bambino»[Papa Francesco, Omelia, 24-XII-2018.]. Alla Madonna possiamo dire che ci insegni fidarci del Signore, della sua bontà e del suo affetto; che non pretendiamo di controllare Dio e che vogliamo lasciarci sorprendere dalla sua Provvidenza amorevole.

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