16 DICEMBRE PRIMO GIORNO DELLANOVENA DI NATALE.
l'annuncio a Maria
Luca 1, 26 -38 26Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.
In apertura, un elenco di sette nomi affolla la pagina: Gabriele, Dio, Galilea, Nazaret, Giuseppe, Davide, Maria.
Sette, il numero appunto della totalità, perché ciò che sta per accadere coinvolgerà tutta la storia, le profondità del cielo e tutto il brulichio perenne della vita.
Un Vangelo controcorrente: per la prima volta nella Bibbia un angelo si rivolge a una donna; in una casa qualunque e non nel santuario; nella sua cucina e non fra i candelabri d'oro del tempio. In un giorno ordinario, segnato però sul calendario della vita (nel sesto mese...).
Quando è iniziata la devozione mariana?
La domanda è legittima. E la risposta è immediata: la devozione a Maria, che ci porta al Figlio, inizia con il cristianesimo stesso.
Infatti, quando Maria, unica custode dell’emozione dell’annuncio dell’Angelo, si presenta ad Elisabetta dopo il lungo viaggio dalla Galilea verso la Giudea, accade un fatto singolare.
Elisabetta sente il saluto di Maria e avverte che il bambino “salta” di gioia nel grembo, mentre un fremito di Spirito Santo la attraversa e le suggerisce parole di rara bellezza e di sorprendente impegno.
Eccole: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore» (Lc 1,42-45).
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