VIVERE L'AVVENTO. L'ATTESA DELLA VENUTA DEL SALVATORE


 LUNEDÍ DELLA PRIMA SETTIMANA.  MEDITAZIONE

Imitare le persone che hanno conosciuto Gesù durante il suo passaggio qui in Terra per avvicinarci sempre di più a lui.
Oggi prendiamo esempio dal centurione romano che un giorno a Cafarnao si avvicino al Maestro per chiedergli una grazia.

 «Entrato [Gesù] in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: “Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente» (Mt 8, 5-6). 
La liturgia di oggi offre alla nostra considerazione questo episodio della vita del Signore. Quell’uomo buono, un gentile, soffre per la malattia di un servo del quale ha una grande stima. Vista l’amara impotenza che patisce per non essere in grado di aiutarlo, reagisce in maniera saggia e umile, piena di fede: va in cerca di Gesù e gli spiega con sincerità la causa della sua tristezza. Non è necessario che chieda nulla, gli basta esporre la sua situazione, aprirgli l’anima.

Anche noi abbiamo le nostre difficoltà e le nostre tristezze; abbiamo anche degli amici che vogliamo che siano curati; e noi stessi vogliamo sentire vicina la mano del Signore. Per questo reagiamo con fiducia, come ha fatto il centurione, e ci rivolgiamo a Gesù. È bello ricordare quanto bisogno di lui abbiamo e come egli desideri ardentemente aiutarci. È molto consolante sapere che in qualsiasi momento possiamo rivolgerci a Lui con assoluta semplicità: Gesù, ho una serie di cose che non riesco a risolvere e che mi tolgono la pace. Ho fede, ma riconosco che certe volte dovrei confidare di più in te; debbo ancora imparare a mettere la mia vita nelle tue mani in modo più completo.

Oggi vogliamo imitare il centurione del vangelo e aprire al Signore il nostro cuore. Rimanendo in silenzio, in dialogo con Gesù, gli presentiamo la nostra vita e le nostre necessità. E stiamo tranquilli, sapendo che ora se ne occupa anche lui.

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