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Breve Corso di Storia della Chiesa

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V E VI SECOLO NELLA STORIA DELLA CHIESA (2) I Franchi L’unica popolazione germanica passata direttamente dal paganesimo all’ortodossia cattolica fu la stirpe dei Franchi che tra il V e il VI secolo poterono vantare un re geniale, Clodoveo. La conversione dei Franchi, battezzati da san Remigio vescovo di Reims a gruppi di trecento nel Natale 498, significò l’assimilazione dei Franchi da parte della maggioranza gallo-latina che ebbe la meglio anche sul piano linguistico. I Franchi occupavano la sezione di nord-est della Gallia, dalla Mosa fino alla Senna. In Aquitania, a sud della Loira, si fissarono i Visigoti che occupavano anche tutto il nord della Spagna fino a Toledo. Il sud della Spagna, la Betica, fu occupato dai Vandali e da allora fu denominato Andalusia. In seguito i Vandali occuparono l’Africa del nord fino a Cartagine divenendo una pericolosa potenza navale che estese la sua potenza sulla Sicilia, la Sardegna e le Baleari. Le guerre gotiche Nel 527, quando Giustinia

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V E VI SECOLO NELLA STORIA DELLA CHIESA (1) La grande spinta del IV secolo, dopo che il cristianesimo divenne religio licita all’interno dell’impero, durò fino alla metà del V secolo, fino al Concilio di Calcedonia del 451 che in larga misura esaurì l’elaborazione teologica dei due principali temi della teologia cattolica, ossia le dottrine trinitaria e cristologica. Il Concilio di Efeso Nestorio vescovo di Costantinopoli, ma discepolo della scuola di Antiochia per quanto riguarda la formazione teologica, reagì violentemente nei confronti del termine “Theotokos” (Madre di Dio) applicato alla Madonna. Quel termine era in uso da molto tempo e non aveva mai sollevato polemiche. Nestorio si dichiarò disponibile ad accettare il termine “Christotokos” (Madre di Cristo), un’affermazione grave perché si poteva interpretare come separazione tra le due nature, umana e divina, in Cristo. Cirillo, vescovo di Alessandria, guidò una campagna molto dura contro Nestorio e perciò l’imperatore

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III E IV SECOLO NELLA STORIA DELLA CHIESA (4) Concilio di Costantinopoli Al concilio di Costantinopoli del 380 non presero parte molti vescovi occidentali pur accettando la professione di fede redatta da quel concilio. L’anno dopo, Teodosio divenuto da poco imperatore, fece proclamare religione dello Stato romano la fede professata da Pietro vescovo di Alessandria e da Damaso vescovo di Roma, sempre nel tentativo di evitare l’insorgere di forze centrifughe rispetto all’impero. I vescovi finirono per assumere molte funzioni politiche, apparendo quasi come defensores civitatis nei confronti dei fedeli, sempre più vessati da tasse che li condannavano ai lavori forzati. La crisi demografica del mondo antico stava conducendo l’impero all’implosione, almeno nella parte occidentale. Teodosio a stento riuscì a sconfiggere l’usurpatore Eugenio riunendo le due parti dell’impero, ma nel 395 morì lasciando a capo dell’Impero due figli giovani e incapaci, affidati a due comandanti germanici, Si

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III E IV SECOLO NELLA STORIA DELLA CHIESA (3) La crisi ariana Data la sua importanza è opportuno insistere sulla crisi prodotta dall’arianesimo. Ario, oriundo di Cirene, discepolo di Luciano di Antiochia, divenuto presbitero in Alessandria, sollevò clamorose riprovazioni quando nella sua predicazione cominciò ad affermare che Cristo era una semplice creatura, ancorché sommamente gradita a Dio. Il vescovo Alessandro lo convocò per una disputa pubblica e lo dichiarò perdente con l’invito di ritrattare. Ario, con due vescovi e cinque presbiteri rifiutò la ritrattazione. Scrisse ai vescovi orientali raccontando a modo suo la vicenda. Quando Alessandro ebbe sentore di queste manovre emanò una lettera circolare a tutto l’episcopato per rettificare l’esposizione dei fatti. Quando Costantino ebbe sentore della crisi, senza capire fino in fondo la questione, ritenne opportuno per la salvaguardia dell’unità dello Stato, di convocare tutti i vescovi nella città di Nicea al fine di ristabilir

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III E IV SECOLO NELLA STORIA DELLA CHIESA (2) La svolta costantiniana Costantino era figlio di Costanzo Cloro e di Elena, cristiana. Il suo biografo più importante è Eusebio di Cesarea, vescovo e primo grande storico della Chiesa. La notte precedente la battaglia decisiva contro Massenzio sostenuta alle porte di Roma, Costantino avrebbe avuto la visione secondo cui, col monogramma di Cristo sugli scudi, avrebbe vinto. A Roma Costantino si trattenne poco, raggiunse Milano dove promulgò il noto editto di tolleranza, già emanato per l’oriente. Il cristianesimo divenne religio licita nell’impero, si ordinava la restituzione delle proprietà confiscate alle comunità cristiane, ricevendo indennizzi per quelle che non erano recuperabili. Perciò Costantino fece costruire le basiliche di San Giovanni, di San Pietro, di San Paolo Fuori le Mura e dei Santi Apostoli. A Gerusalemme, la madre Elena fece costruire la chiesa del Santo Sepolcro, dopo aver effettuato gli scavi che permisero di rinven

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III E IV SECOLO NELLA STORIA DELLA CHIESA (1) Occorre ripetere che col termine “ Grande Chiesa ” si intende affermare che i cristiani avevano raggiunto la consapevolezza di esser presenti in tutte le nazioni con una funzione volta ad animare una società che si sforzava di ignorarli e disprezzarli, ma comprendendo al tempo stesso che il futuro andava nella loro direzione. L’età dei Severi Dal 193 a Roma aveva preso il potere Settimio Severo in seguito a una guerra civile. La sua famiglia tenne il potere fino al 235. Fu un quarantennio con poche persecuzioni e perciò le comunità cristiane crebbero di numero. Settimio Severo era un africano di Leptis Magna, un rude soldato convinto che per difendere l’impero occorreva trattare bene i soldati. Costoro tuttavia, costavano somme favolose che si traducevano in tasse crescenti per i cittadini dell’impero, travagliati dalla crescente crisi demografica e dalle pestilenze che dal tempo di Marco Aurelio avevano falcidiato vite umane in tut

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I E II SECOLO NELLA STORIA DELLA CHIESA (4) La Grande Chiesa alla fine del II secolo Quando fu pubblicato l’Apologeticum ormai si era configurata la Grande Chiesa, ossia un organismo vitale, privo di strutture burocratiche, ma molto ben funzionante. In primo luogo i pagani invidiavano ai cristiani il sistema di reclutamento dei loro capi, ossia i vescovi, i presbiteri e i diaconi, designati dai fedeli a causa della loro provata idoneità a quelle cariche, non a seguito di maneggi suggeriti dall’ambizione soggettiva. Uno dei luoghi comuni delle nomine episcopali di quell’epoca erano i tentativi di fuga dalla carica, sempre tenendo presente che il martirio era la conclusione più frequente e che da un vescovo non ci si aspettava l’apostasia. Per un altro verso alle autorità importava molto colpire proprio i capi della comunità, specialmente quando il loro insegnamento risultava molto efficace.. Ciascuna Chiesa locale viveva una propria vita perché possedeva autonomamente i mezzi per svi

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I E II SECOLO NELLA STORIA DELLA CHIESA (3, continua) L’organizzazione ecclesiastica a Roma Dopo il martirio di Pietro fu eletto prima Lino poi Cleto e infine Clemente. Sotto il papato di quest’ultimo accaddero eventi importanti. Nella Chiesa di Corinto c’erano stati incidenti: alcuni fedeli avevano deposto due presbiteri e papa Clemente assunse l’iniziativa di scrivere una Lettera a quella comunità. Il fatto in qualche modo prefigura un primato della sede di Roma sulle altre, in forza della trasmissione del compito di Pietro, il munus Petrinum, ai suoi successori, i vescovi di Roma. C’è un accenno all’invidia come causa della persecuzione di Nerone che, come è noto, fu scatenata contro i cristiani e non contro gli ebrei che, al contrario, godevano la protezione di Sabina Poppea, moglie di Nerone. Con tutta probabilità la persecuzione nacque dal risentimento di qualche ebreo influente nei confronti dei cristiani. Verso la fine del I secolo un proselitismo qualificato aveva raggiunt

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I E II SECOLO NELLA STORIA DELLA CHIESA (2, continua) Le persecuzioni Era diffusa nel mondo antico la persuasione che ogni gruppo umano avesse i suoi dèi nazionali e che la pace tra gli uomini fosse effetto della pace tra gli dèi. Il culto verso tali divinità era pubblico, non privato, ossia nessuno sindacava la coscienza individuale; bastava che lo Stato placasse gli dèi coi sacrifici previsti da una specie di trattato che, se osservato puntualmente, stornava il pericolo di rivalsa degli dèi nei confronti dei loro adoratori che perciò si configurano come sudditi. Paolo, quando giunse ad Atene, trovò un’ara dedicata “al dio ignoto”, ossia a un dio che aveva diritto al culto, ma di cui si ignorava il nome: i sacrifici compiuti su quell’ara avevano il compito di placare il suo risentimento. Non licet esse christianos Dal punto di vista politico a Roma doveva interessare il riconoscimento dei cristiani come religio licita nell’impero, perché un partito in più tra i giudei operava nell’i

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I E II SECOLO NELLA STORIA DELLA CHIESA (1, continua) Si può immaginare come inizio della storia della Chiesa il giorno di Pentecoste dell’anno 30, quando gli Apostoli e la Madonna furono illuminati dallo Spirito Santo, dando inizio a una coraggiosa predicazione terminata col battesimo di tremila persona (cfr At 2, 41). Atti degli Apostoli Le fonti più importanti per ricostruire la storia di questa prima comunità cristiana sono gli Atti degli Apostoli e le Lettere di san Paolo. Si tratta di scritti importantissimi che occorre rileggere e meditare a fondo. Gli Atti formano una narrazione storica che contiene le principali vicende della primitiva comunità, tuttavia si tratta di una storia non proprio come la vorremmo noi, ossia una serie di documenti con precisi riferimenti presenti anche in altre fonti indipendenti, bensì di una storia di fatti veri ma resi funzionali al messaggio da diffondere e perciò in qualche misura idealizzati. Dagli Atti noi veniamo a sapere che la primi