AMORIS LAETITIA CAPITOLO SECONDO, SECONDA PARTE (DI DUE).
(segue capitolo secondo) la realtà e le sfide della famiglia (nn. 31 – 57)
Davanti a queste difficoltà, si é avuto un approfondimento morale e dottrinale, ma non tutti sono stati capaci, o hanno avuto la sensibilità, di adeguare la pastorale alla nuova situazione. Per esempio, in circostanze di crisi, sottolineare il ricorso alla grazia e al Vangelo, in una parola fare leva sulla vita interiore dei coniugi.
Va anche detto che le situazioni di crisi hanno trovato più facile esca in coloro che già vivevano la loro fede in modo superficiale. La forza della “tradizione” era ancora molto forte circa la scelta del matrimonio in Chiesa, senza però che a questa scelta corrispondesse una consapevolezza della portata del sacramento.
AL p. 38: Tuttavia, molte volte abbiamo agito con atteggiamento difensivo e sprechiamo le energie pastorali moltiplicando gli attacchi al mondo decadente, con poca capacità propositiva per indicare strade di felicità. Molti non percepiscono che il messaggio della Chiesa sul matrimonio e la famiglia sia stato un chiaro riflesso della predicazione e degli atteggiamenti di Gesù, il quale nel contempo proponeva un ideale esigente e non perdeva mai la vicinanza compassionevole alle persone fragili come la samaritana o la donna adultera....
AL P. 39:
Cultura del provvisorio (anche tra persone anziane che cercano la loro autonomia rifiutando la prospettiva di invecchiare insieme e prendersi cura l’uno dell’altra.)
tutto è scartabile, ciascuno usa e getta, spreca e rompe, sfrutta e spreme finché serve. E poi addio. Il narcisismo rende le persone incapaci di guardare al di là di sé stesse, dei propri desideri e necessità (AL p. 307: Comprendere le situazioni eccezionali non implica mai nascondere la luce dell’ideale più pieno né proporre meno di quanto Gesù offre all’essere umano. Oggi, più importante di una pastorale dei fallimenti è lo sforzo pastorale per consolidare i matrimoni e così prevenire le rotture. )
AL P. 40-41: ideologie che svalutano il matrimonio e la famiglia, l’esperienza del fallimento .... , le opportunità sociali ed i vantaggi economici che derivano dalla convivenza (...) Molti sono quelli che tendono a restare negli stadi primari della vita emozionale e sessuale. La crisi della coppia destabilizza la famiglia...
Davanti a questi agenti di crisi occorre:
Abbiamo bisogno di trovare le parole, le motivazioni e le testimonianze che ci aiutino a toccare le fibre più intime dei giovani
AL P. 42: «Anche il calo demografico, dovuto ad una mentalità antinatalista e promosso dalle politiche mondiali di salute riproduttiva,...
Lo sviluppo delle biotecnologie, l’etica del profitto e del lavoro totalizzante. Le politiche antinataliste dirette, o quelle attraverso la leva fiscale, ecc... portano a vedere il matrimonio come una meta quasi impossibile.
AL P. 43 – 49: È responsabilità dello Stato creare le condizioni legislative e di lavoro per garantire l’avvenire dei giovani e aiutarli a realizzare il loro progetto di fondare una famiglia».
In questi punti vengono elencati altri ostacoli contro la famiglia: la crisi di fede, la solitudine, l’indifferenza pubblica, la difficoltà di acquisire un’abitazione, le migrazioni, la presenza di figli disabili, gli anziani, la povertà delle famiglie numerose.
AL P. 50-57: Le realtà che ci preoccupano sono sfide. Non cadiamo nella trappola di esaurirci in lamenti autodifensivi, invece di suscitare una creatività missionaria. In tutte le situazioni «la Chiesa avverte la necessità di dire una parola di verità e di speranza. […] I grandi valori del matrimonio e della famiglia cristiana corrispondono alla ricerca che attraversa l’esistenza umana»
Cit. dal p. 57: Le sfide sono le nuove realtà, le famiglie disgregate, la violenza in famiglia. L’incapacità di educare, la droga, il gioco d’azzardo, l’incapacità di trasmettere la fede. Il fallimento della catechesi.
p. 52: sembra che indebolire la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio sia qualcosa che giova alla società. Accade il contrario: pregiudica la maturazione delle persone, la cura dei valori comunitari e lo sviluppo etico delle città e dei villaggi.
Solo l’unione stabile tra un uomo e una donna garantisce una stabilità sociale autentica, come è avvenuto finora. Le patologie mostrano una malattia che va curata. Non si vede d’altra parte soluzioni alternative, realistiche. Altre forme come la poligamia, i matrimoni combinati, la prassi della convivenza pre-matrimoniali o alternative al matrimonio. O altre forme, ma tutte connotate dal paradigma dell’autonomia della volontà.
Diritti della donna e sua emancipazione. Necessità di riscrivere alcuni paradigmi senza pensare ad un ritorno alla “famiglia tradizionale”, che non si sa bene cosa sia. L’importanza del padre, della figura paterna. Un’altra sfida è l’ideologia del gender che distingue tra il sesso biologico (sex) e il ruolo socio – culturale del sesso, che si possono distinguere, ma non separare.
Questa ideologia induce progetti educativi e orientamenti legislativi che promuovono un’identità personale e un’intimità affettiva radicalmente svincolate dalla diversità biologica fra maschio e femmina. L’identità umana viene consegnata ad un’opzione individualistica, anche mutevole nel tempo (...) Siamo creature, non siamo onnipotenti. Il creato ci precede e dev’essere ricevuto come dono. Al tempo stesso, siamo chiamati a custodire la nostra umanità, e ciò significa anzitutto accettarla e rispettarla come è stata creata (...). In tutte le situazioni «la Chiesa avverte la necessità di dire una parola di verità e di speranza. […] I grandi valori del matrimonio e della famiglia cristiana corrispondono alla ricerca che attraversa l’esistenza umana.
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