AMORIS LAETITIA SECONDA PARTE DEL CAPITOLO III.
segue capitolo terzo
Il matrimonio nella vita e nell’insegnamento di Gesù
In questa parte finale del capitolo III, continuiamo ad approfondire l'insegnamento di Gesù sulla famiglia e sul matrimonio. In particolare, nei punti sotto riportati si definisce cosa sono:
AL p. 71: ... La famiglia è immagine di Dio, che […] è comunione di persone (...) Gesù, che ha riconciliato ogni cosa in sé e ha redento l’uomo dal peccato, non solo ha riportato il matrimonio e la famiglia alla loro forma originale, ma ha anche elevato il matrimonio a segno sacramentale del suo amore per la Chiesa (cfr Mt 19,1-12; Mc 10,1-12; Ef 5,21-32)
AL p. 72: Il sacramento del matrimonio non è una convenzione sociale, un rito vuoto o il mero segno esterno di un impegno. Il sacramento è un dono per la santificazione e la salvezza degli sposi, perché «la loro reciproca appartenenza è la rappresentazione reale, per il tramite del segno sacramentale, del rapporto stesso di Cristo con la Chiesa.(...) . Pertanto, la decisione di sposarsi e di formare una famiglia dev’essere frutto di un discernimento vocazionale.
La grazia sacramentale diventa forze per attuare i fini del matrimonio che sono il dono reciproco degli sposi e l'apertura alla vita.
AL p. 73: ... Cristo stesso «viene incontro ai coniugi cristiani attraverso il sacramento del matrimonio. Egli rimane con loro, dà loro la forza di seguirlo prendendo su di sé la propria croce, di rialzarsi dopo le loro cadute, di perdonarsi vicendevolmente, di portare gli uni i pesi degli altri.
Viene sottolineata l'importanza dell’unione sessuale. Il valore dell’unione dei corpi manifesta il reciproco dono e l’impegno per condividere tutta la vita. La realtà della vita in comune e di tutte le relazioni con i figli e con il mondo sarà condizionato dalla grazia del sacramento. Non saranno mai loro soli con le loro forze, ma potranno ricorrere invocandolo, l’aiuto dello Spirito Santo.
I ministri del matrimonio sono gli stessi coniugi che:
AL p.75. ... manifestando il loro mutuo consenso ed esprimendolo nel reciproco dono corporale, ricevono un grande dono. Il loro consenso e l’unione dei corpi sono gli strumenti dell’azione divina che li rende una sola carne. ...
La natura del matrimonio che è insito nell’atto creativo, fa si che le situazioni sacramentalmente non perfette, per esempio coniugi non battezzati, o conviventi non sono da rigettare, ma da perfezionare (p. 76).
Si può fare un passo ulteriore, come specificato sotto:
AL 78 «Lo sguardo di Cristo, la cui luce rischiara ogni uomo (cfr Gv 1,9; Gaudium et spes, 22) ispira la cura pastorale della Chiesa verso i fedeli che semplicemente convivono o che hanno contratto matrimonio soltanto civile o sono divorziati risposati...
Queste situazioni sono oggetto di azione pastorale per portare la luce della conversione, rafforzare ciò che di buono c’è in esse e qualora si trattasse di situazioni stabili, si possono accompagnare verso l’unione sacramentale ove ciò fosse possibile.
AL p. 79: vige il principio di ben discernere le situazioni e nell’essere chiari nel riaffermare la dottrina, si deve però venire incontro alle persone aiutandole ad intraprendere un percorso di conversione.
la trasmissione della vita e l’educazione dei figli
Comunità di vita aperta alla trasmissione della vita. La generazione crea le generazioni, l’individuo trascende sé stesso e si apre al futuro:
AL p. 80: Fin dall’inizio l’amore rifiuta ogni impulso di chiudersi in sé stesso e si apre a una fecondità che lo prolunga oltre la sua propria esistenza...
p.81: la fecondazione artificiale rompe il legame tra amore e procreazione, mentre:
«Il figlio chiede di nascere da un tale amore e non in qualsiasi modo, dal momento che egli «non è qualcosa di dovuto ma un dono»
Questa unità tra amore e procreazione valorizza la sessualità, che diventa luogo dell’amore reciproco e di amore generativo. Pertanto, va considerato il bisogno:
di rispettare la dignità della persona nella valutazione morale dei metodi di regolazione della natalità (p.82, rif. all’Humane Vitae).
In questa logica si respinge l’aborto:
AL p. 83. in nessun modo è possibile presentare come un diritto sul proprio corpo la possibilità di prendere decisioni nei confronti di tale vita, che è un fine in sé stessa e che non può mai essere oggetto di dominio da parte di un altro essere umano (p. 83)
Tre punti importanti:
l’educazione integrale dei figli è «dovere gravissimo» e allo stesso tempo «diritto primario» dei genitori. Non si tratta solamente di un’incombenza o di un peso, ma anche di un diritto essenziale e insostituibile che sono chiamati a difendere e che nessuno dovrebbe pretendere di togliere loro.
Tuttavia «si è aperta una frattura tra famiglia e società, tra famiglia e scuola, il patto educativo oggi si è rotto; e così, l’alleanza educativa della società con la famiglia è entrata in crisi».[98]
La Chiesa riconosce che coloro che hanno ricevuto il sacramento del matrimonio diventano veri ministri educativi, perché nel formare i loro figli edificano la Chiesa,[99] e nel farlo accettano una vocazione che Dio propone loro
alcune ulteriori considerazioni al termine di questo capitolo
La Chiesa è “famiglia di famiglie”, arricchita dalle “Chiesa domestiche”.
E’ qui che matura la prima esperienza ecclesiale della comunione tra persone, in cui si riflette, per grazia, il mistero della Santa Trinità. “È qui che si apprende la fatica e la gioia del lavoro, l'amore fraterno, il perdono generoso, sempre rinnovato, e soprattutto il culto divino attraverso la preghiera e l'offerta della propria vita” (Catechismo della Chiesa Cattolica, 1657)»
AL 88. La bellezza del dono reciproco e gratuito, la gioia per la vita che nasce e la cura amorevole di tutti i membri, dai piccoli agli anziani, sono alcuni dei frutti che rendono unica e insostituibile la risposta alla vocazione della famiglia», tanto per la Chiesa quanto per l'intera società.
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